Lirica del poeta Stefano Bissi dedicata a Giuseppe Basile, il medico garibaldino originario di Siculiana.
Ai nipoti del prode chirurgo
Di Siculiana è figlio,
della sacra terra agrigentina,
il prode chirurgo dei Mille
Giuseppe Basile.
Era un giovane medico
quando l'ardente anelito
di Patria, grande, libera, unita,
a Partitico lo spinse
ad incontrar Garibaldi
già in marcia a liberar
la nostra sicula gente,
oppressa dall'odiato Borbone.
E da qui seguì
l'Eroe dei due mondi,
a Calatafimi, a Palermo,
al Passo di Renna, a Randazzo,
mutando in ospedali,
scuole, monasteri e conventi.
Curò Bixio, Giorgio Manin
e quanti audaci "picciotti"
feriti in battaglia.
Fianco a fianco combatté
con l'Eroe, "lavorando
di bisturi e fucile".
Lo seguì nelle ardue imprese,
nelle pause insonni,
nell'amaro sconforto
dell'Aspromonte,
allorché dal piede ferito,
il piombo gli estrasse
avverso il dubbio
dei più luminari
chirurghi del tempo.
Lo seguì in ogni passo:
dalla Sicilia al Volturno,
dal Trentino all'Inghilterra,
e, infine, a Caprera, dopo
il "doloroso obbedisco".
Ma poi che nei borghi,
nelle campagne e le città
furioso infieriva il colera,
difilato corse a dare
il suo apporto
ai colleghi del luogo,
a conforto
dei colerosi fratelli
del paese natio.
E, nella terra natale
- colto ahimè -
dall'implacabile morbo,
nella duplice aura d'eroe,
il prode chirurgo dei Mille,
morì.
Ne ebbe cordoglio a Caprera,
chi, invano, dell'amico Basile,
ne aspettò il ritorno.
"Chi fu testimone"
- sussurrò il saggio vegliardo -
"capirà quanto
dolorosa non sia
la perdita
del martire di Siculiana
modello di patriottismo,
di abilità e valore".
Riconoscente il paese,
al figlio chirurgo dei Mille,
così tributa
il suo perenne ricordo.
Stefano Bissi
Siculiana, maggio 2004